venerdì 31 ottobre 2008

Sarà un giorno di gloria.

American Stories, American Solutions. (28 minuti)

Barack Obama è figlio di un sistema soldi-centrico aberrante, può essere.
Può essere che in quanto tale non sia immaginabile per l'America e il mondo aspettarsi un cambiamento SOSTANZIALE da lui, ammesso che il candidato frontman di questo sistema, McCain, non prevalga.
Ma io sento che martedì prossimo sarà l'inizio di qualcosa di importante.
Il mondo ha bisogno di giorni di gloria.

Un pensiero tira l'altro.

Ogni volta che prendo il bus, uno qualunque, c'è sempre lo stesso vecchio che "ho fatto il corriere per 40 anni" e si mette a parlare ad alta voce che lui conosce TUTTE le strade di Bologna e poi fa a noci con gli altri che dicono che "Via Tagliacozzi fa angolo con Berengario da Carpi" e lui dice no! e poi per stupire tutti dice che ci sono delle vie che "nemmeno un tassista le sa e io invece sì". E lei così rimane giovane, e complimenti e via andare. Sentita tre volte mi è venuta voglia di intervenire a cambiare il copione, tipo la scena del pazzo che si apre l'impermeabile. Poi ho desistito, il vecchio mi avrebbe detto "Ah, quella ceppa lì mi ricorda Franco Trentalance, lo incontrai in Via Agra (ehehe) un paio d'annetti fa..".
Quasi quasi apro un'associazione di supporto, ormai lo fanno tutti dai vessati dalle multe fino ai giardinieri minacciati dall'effetto serra. Questo potrebbe significare che siamo dei pusillanime e che non stiamo poi così male.

martedì 28 ottobre 2008

Salire in cattedra senza pensare alla Gelmini.

Toni Servillo. Carlo Verdone. Maestri del cinema che si incontrano faccia a faccia al Festival di Roma, ciascuno sceglie le proprie scene preferite dei film dell'altro; ed è subito accademia, e spettacolo, e intrattenimento, e risata, e ammirazione. La classe suprema di questi due merita di contravvenire alla regola che ci insegnano a scuola, o la virgola o la "e". Loro salgono in coppia su una cattedra per raccontarsi e regalare agli astanti la percezione dell'arte.

lunedì 27 ottobre 2008

Avrà mica un senso....

Comincio a capirci qualche cosa dell'affare Beckham.
Mi pare una cosa buona.
In oriente si venderanno, tanto per cominciare, una miliardata di magliette, accendini, portachiavi con la faccia dello Spice Boy sopra maglia rossonera; quindi euri che entrano, e possibilità di espansione per la squadra.
Poi diciamoci la verità: Galliani sa che un po' a tutti piacciono da matti le figu e l'idea di vedere in campo Beckham insieme a tutti i campioni del Milan anche solo dal punto di vista scenico, è clamorosa. Poi di conseguenza con l'entusiasmo si compenserebbe un minimo ai macroscopici disequilibri tattici.
Potrebbe davvero essere, se mai ne avessimo dubitato, che in via Turati sanno quello che fanno. Chi lo dice che fare marketing sia interesse opposto ai tifosi? Le squadre annaspano di debiti e giù a criticare. Le squadre cercano soldi e giù a criticare. La verità è che chiunque di noi rossoneri non farebbe a cambio mai con nessuna squadra del passato, forse solo con quelle mitiche di Sacchi e Capello.
Ci sono limiti importanti, ma chissenefrega se sono tutti vecchi, si fa spettacolo. Cos'altro sennò?!


NELLA FOTO: Ibrahim Ba, chiamato qualche anno fa, il "Beckham rossonero" da qualche pazzo degenere.

sabato 25 ottobre 2008

Early democracy

Negli Stati Uniti in questi giorni, esiste la possibilità di anticipare per chi lo volesse il voto presidenziale del 4 novembre. L' early voting è un istituto di lungo corso del sistema democratico americano, funzionale a rilassare la responsabilità della preferenza elettorale. I primi giudizi in proposito dell'affluenza nelle specifiche urne predisposte dicono che laggiù hanno una tal voglia fotonica di intervenire, di incidere nella vita politica del paese che stanno anticipando massivamente il loro dovere, non si sa mai dovessero verificarsi impedimenti di sorta tra 10 giorni.
Spontaneo pensare ad Obamone come motore di questo entusiasmo. 
Ciò nonostante mi sovviene una riflessione ulteriore, che pongo come una domanda: di cosa stiamo parlando? Dovremmo farci sverniciare moralmente da queste imperiose prese di possesso dei cittadini d'America delle loro sorti? Imparare la civiltà non dovrebbe farci male. Flaiano ha scritto che alla nazionalità bisogna rassegnarsi, ed aveva ragione. Io spesso mi sorprendo ad invidiare chiunque tranne i poveri uomini del Sud del Mondo, rumeni e francesi, bien sur.

Perchè ci fai questo?

Due sera fa al programma tv Artù di Gene Gnocchi, il Guardia di Porta della Comunità Gaia in Italia l'ex on. Franco Grillini, sottoponeva quel tizio giovinastro con la voce da trattore che non ricordo come si chiama, al cosiddetto "Test di gayetà". Alla domanda «PC o Mac?», ottenuta risposta «Mac», si è affrettato a giudicare la scelta come "gay".
Ok, ai frozen piace il Mac perchè è diverso, colorato, glossy, i buchi sono solo quelli giusti, e compagnia bella.
Ma la notizia che mi toglierà il sonno a lungo è che anche Apple apprezza i frozen.
Di ieri la notizia di un cospicuo coinvolgimento economico della casa di Cupertino per ostacolare la sospensione della legge in favore dei matrimoni gay in California, 100 mila dollari ad un'associazione.
Niente da dire, ma evitare di esporsi pubblicamente non sarebbe stato un pochino più delicato nei confronti miei e degli altri che la bandiera della pace vogliono vederla solo nel logo colorato? 
Questo si collega ad altro, forse. Ho un animo vagamente reazionario. Quando vedo gli "studenti" fare sit-in per argomenti utili solo a saltare l'ora di Mate mi vien voglia di sparare ad acqua. Tra 100 che manifestano 10 sono Comunisti, gli altri dicono "NO!!" ma non propongono niente. 
In questo discorso faccio tutto lo stesso calderone, come loro.

venerdì 24 ottobre 2008

24,5 miliardi di dollari, tra cui i miei.

La Sun di Scott McNealy nel 1996 era sul punto di lanciare un’offerta al ribasso per l’acquisto di Apple.
Oggi, a soli 12 anni di distanza, Apple potrebbe comprare Sun con il mero guadagno netto degli ultimi tre mesi.

giovedì 23 ottobre 2008

Moh?!

Ho ricevuto sul mio telefono questo messaggio.
Sorvolando sul come, e soprattutto sul perchè io riceva inaspettatamente queste comunicazioni, credo meriti una menzione speciale nella sezione "Regaz sverzati di un certo livello".
"...BOOOM CI SIAMO!!!Grande INNAUGURAZIONE questo Venerdi e Sabato"TO BE"(ex CAPITAL TOWN).TI ASPETTO!Per info tav. cene chiamami!!Ciao Vincio.. P.s SI BALLAAA"
Per di più sono la persona giusta.

martedì 21 ottobre 2008

Recensione PH: Wall•E, A.Stanton (Pixar), 2008

Certe voci riferiscono dell'idea di nominare Wall•E in corsa per l'Academy Award nella sezione Miglior film, piuttosto che Miglior film d'animazione. Se prima o poi questo debba capitare chissà, ma se non ora, quando. Wall•E è evidentemente un capolavoro, per svariate ragioni. La prima e più accessibile è la trasversalità di questo film, perfettamente fruibile con tutti i registri che tanto un bambino quanto un adulto possono adoperare. Secondariamente, i sognatori di Pixar sono stati in grado di sviluppare una storia d'amore tanto romantica e sincera senza indulgere all'antropomorfismo piuttosto ipotizzando una linea evolutiva della robotica che, spontaneamente, in virtù delle più alte leggi universali approda all'amore. Questa è l'intuizione geniale. I due robottini - protagonisti - delle umane sorti, se ne disinteressano al massimo delle loro possibilità, frustrate dalle "direttive" di funzionamento installate dai loro creatori. Tecnicamente poi e parallelamente allo sviluppo delle capacità di elaborazione assistiamo ad un dipinto perfetto, ma questo è acclarato da tempo parlando di Pixar. Correre al cinema probabilmente regalerà un ricordo duraturo alle persone che sanno guardare in alto.

venerdì 17 ottobre 2008

Elegia del superlativo assoluto

Il meglio di quanto splendidamente offerto dalle grandi situation comedy americane degli anni 80 e 90, rivive di lustro fulgente in questo segmento supremo del film Hancock; uno sketch capace di condurre a ridanciane, sbellicate risate con lo stile grandioso tipico dell'assoluto che si materializza.
Spacca letteralmente il culo.



Note: nessun aggettivo è stato violentato o riciclato nella produzione di questo testo.
Per approfondimenti, codice etico: www.ADJ2PHUCK.gov

giovedì 16 ottobre 2008

Che stronzo 'sto portatile.

Nella pagina francese di Apple dedicata al nuovo Macbook luccicoso, qualche traduttore sprovveduto o buontempone ha pensato bene di copiare il testo "Parfaitement conçu"(perfettamente concepito), scrivendo "Parfaitement con", che letteralmente significa Perfettamente stronzo.
Ora, va bene che io sono astioso verso queste nuove bellissime macchine perchè il mio portatile non è più una novità, ma sono lusingato dall'eco transnazionale che mi sostiene.
Lo dicevo che sono portatili stronzi.

pasda

martedì 14 ottobre 2008

È stato grandioso finchè è durato.

Eccolo. Nessuna vite, forgiato ad acqua da un unico blocchetto di alluminio. Video lucido in vetro. Trackpad senza tasto in vetro con coefficiente di scorrevolezza studiato per settimane. Tastiera nera a tasti separati. Chipset Nvidia con grafica discreta ed integrata combinate. Più hard disk. Memorie a 1066 Mhz. Più bello. Esco dal listino con tanta gratitudine, perchè il mio Pro l'ho preso quando mi serviva; ma sensibilmente incazzato.
Cazzo, vendo il mio e lo prendo. Magari. Magari come insegna la nonna bisogna accontentarsi.
Accontentarsi in condizione sensibilmente incazzata.

Update: 21 ottobre, speravo si sarebbe sopita l'invidia ma per colpa di Nvidia più passa tempo e più mi incazzo. 

sabato 11 ottobre 2008

Il Mac è morto, lunga vita al Mac! (Book Pro)

Apple ha annunciato per martedì prossimo un evento speciale dedicato alla presentazione dei nuovi portatili. Illazioni e indiscrezioni a riguardo circolano in rete da almeno un anno, perché ciascuno vagheggia desiderando un Mac a propria misura.
Quindi per tre giorni ancora il mio splendido MacBook Pro sarà a listino delle novità.
Il momento del primo ciclo di sostituzione per un acquirente della Mela è un piccolo trauma; zio Steve è un genio del male capace di innovare l'impensabile (tranne il suo dolcevita nero) spesso abbassando i prezzi, e questo è il motivo principale.
Ma la realtà che distanzia il fenomeno da tutta l'altra tecnologia di cui ci attorniamo è che nel caso di Apple soffriamo di un piccolo tradimento affettivo. Come se la primizia promessa dovesse durare per sempre.
Quando poi ci accorgiamo che anzi, il Mac o l'iPod o chissà che altro, è il segno di una cura e di un risultato progettati per durare nel tempo ben più di qualsiasi altra tecnologia, allora ammiriamo questi ragazzi geniali che cambiando il mo(n)do di comunicare si son presi anche noi.

Tanti anni di basket.

Per me che amo il basket, per noi sopra il ventello che al cesto confidiamo le nostre fatiche per soffrirne di nuove, c'è una notizia minima e piacevole.
Guido Bagatta, is back on air!
Era Domenica, il pomeriggio sul divano lo ricordo perfettamente perchè la lotta alla conquista del telecomando finiva spesso con la voce di Bagatta sopra le immagini di Olajuwon che straripava nella "paint". La rete era Telemontecarlo, e a fare compagnia al Nostro c'era Tullio Lauro. Nel filmato incluso, una pillola della trasmissione mattutina di sintesi della settimana, NBA Action.
Una coppia disinvolta, ironica e competente che mi infuse dentro il basket NBA. Poi Guido prese altre strade, "telecronò" il football come già negli anni '80, ebbe ed ancora riscuote successo in radio (Deejay) e tv (ricordi Real Tv?). Solo Flavio Tranquillo o Fabrizio Pungetti, hanno colmato degnamente l'assenza in questi anni. Mettiamoci anche Martini, vabbè.
Però Bagatta per me è stato il primo, e mi divertiva di brutto; quelle Domeniche mi mancano ed insieme quei tempi un po' più lievi.
La cosa fica è che ora è tornato a fare telecronache di pallaspicchi su Sportitalia con Dan Peterson quindi per le Domeniche c'è modo di riprovarci. I love this game!

sabato 4 ottobre 2008

Recensione M: "Don Giovanni", Lucio Battisti

Inauguro oggi una sezione che per pigrizia ho sempre sottovalutato. Libri, musica, cinema, spettacolo, software, trend parrocchiali e tutto il recensibile. Naturalmente senza alcuna competenza.

Nel 1986, un Battisti ormai lontanissimo dall'animo mogoliano e il poeta ermetico Pasquale Panella avviano una collaborazione che si interromperà solo con la morte di Lucio nel 1998. Don Giovanni, è il primo lavoro pubblicato della quadrilogia dei dischi bianchi, minimalisti nella veste grafica come nel suono.
All'epoca, nonostante il suo..rotolio verso l'introspezione fosse già ampiamente avvistato, queste otto tracce sparigliarono l'immagine che il pubblico e la critica avevano di Battisti; la gente affrontò lo scalino tra i successi "universali" degli anni 60-70 e questa trasformazione con scetticismo, se non con disinteresse.
Eppure il cantante di Poggio Bustone dimostrò una flessibilità inaspettata per certi versi, accogliendo una sfida personalissima ed incurante che colpì favorevolmente gli addetti ai lavori, ed in effetti Don Giovanni è un disco molto ben congegnato.
La sezione musicale contralta alla perfezione l'astrazione lirica dei testi di Panella, e la voce dell'interprete riempie la narrazione col suo timbro consueto e umanissimo. Frequente che la sintassi dei versi si adatti alla musica e non viceversa.
Non è un disco che promette di spiegarsi facilmente, ed anzi semmai si sforza del contrario.
Come lo stesso cantante confessò in un'intervista, certo non interessava a nessuno fare un disco semplice: ricevuto un testo, qualora fosse stato incomprensibile allora Battisti si chiudeva in studio, scriveva la musica più piatta che potesse concepire e lo registrava senza emozioni con lo sguardo al pavimento.
Un' iperbole naturalmente. Bisogna ammettere che Don Giovanni concede suggestioni più che emozioni, specialmente per brani come la title track che si può ascoltare in questa pagina, o Le cose che pensano, Fatti un pianto e Il diluvio. 
Il suono è quello dei migliori anni '80 di pop melodico, ma alla maniera di una canzone leggera italiana colta che attinge più alle sonorità nord europee che latine, scritta e prodotta da uno che "avrebbe potuto cantare l'elenco del telefono" in compagnia di un "project" di musicisti davvero importante, perlopiù britannico.
Di qui in poi per altri tre album, in comune col il ragazzo capelluto che fece cantare gli italiani Battisti mantiene solo il nome e un aspetto fisico inequivocabile ma irriconoscibile.
La sua musica prese a suonare con coraggio in questo modo egoista, e chi avesse lo sguardo libero e lontano ne ammirò la grandezza sopra ogni tempo.


mercoledì 1 ottobre 2008

Un colpo al cerchio e uno a...Natalie Portman.

Curioso del titolo pruriginoso? Non c'entra niente con questa storia.
Una volta molti anni fa, chiesi a mio nonno di comprarmi un compasso.
Mi sarebbe servito a scuola se non ricordo male, ma io sarei stato più contento di giocarci per i fatti miei; riempire fogli di cerchi e minacciare i coetanei con due metri di punta accuminata.
Naturalmente lo ottenni, e lui tornò a casa il giorno stesso con lo splendido set filogiottesco che gli avevo ordinato io, pieno di accessori perlopiù di plastica adattatori e ricambi, uno spasso. Nonno invece non era molto contento di quella scelta: mi spiegò che se volevo un compasso avrei dovuto sceglierne uno vero, senza orpelli inutili e sofisticazioni plasticose, ma io non volli saperne, anche perchè spiegarlo a un seienne non fu cosa facile. Allora me lo sottrasse d'imperio e lo andò a cambiare di testa sua.
Si mise tranquillo non appena ebbi tra le mani un Rotring essenzialissimo e curato, che ancora oggi è integro e funzionante. Nella scatola solo il compasso, adagiato in una sagoma di velluto grigio. Mi resi presto conto che ci avevo guadagnato, io mica nonno che aveva speso anche più di prima.
Morale della favola: ci sarà sempre un lettore mp3 o un telefono con più funzioni di iPod o iPhone.
Un nonno savio ti consiglierebbe di lasciarli al negozio.

Introducing:

Introducing:
The Porta-Fish (Bring-o-fish)