venerdì 7 ottobre 2011

Non so come ringraziarti.

Ho rifiutato l'idea finché, in redazione, sei apparso dentro un televisore vestito da laureando, a Stanford. Ho detto «Cazzo!», sferrando un pugno sul primo ripiano a portata, e si sono voltati tutti. In un ambiente dove i «cazzo» volano come particelle di polvere.
L'intero pianeta è felice di aver partecipato al tuo genio. Non so come ringraziarti.

mercoledì 1 giugno 2011

Per fortuna non mi ricordo niente.

Un luogo della città mi ha indotto una riflessione. Riguarda una Bologna che i trentenni di oggi non possono ricordare, ma soltanto immaginare nei racconti da chi è orgoglioso di averla vissuta. Fioriva mentre a loro sbocciavano solo i denti da latte.
La stagione delle baracchine è partita da un pezzo. A maggio l'atmosfera è già stabilmente rassicurante, e la sera non c'è angolo di verde, parcheggio, area depressa che non sfoggi la sua bella 'baracca' dei gelati (sulla mania felsinea dei gelati mi propongo di tornare in futuro).
In Piazza Trento e Trieste, due baracchine si traguardano da una parte all'altra del giardino come avanguardie in una trincea. Da un lato il soldato più attempato è Balanzone, solida gestione familiare avanti con gli anni. Alle pareti i cartelloni scritti con tenera grafia da nonno annunciano genuinità: «Gelati con frutta fresca», «Granita di limoni spremuti, questa è buona» e ancora, «Sganapino e Balanzone in foto»; mentre al bancone una coppia gentile-che non si fa problemi di servire cucchiaini diversi tra loro-tiene lucide le boiserie col passare delle epoche e ti avverte di «mangiare adagio perché è freddissima».
Invece dall'altro lato della siepe, a ridosso della fontana stellata invariabilmente spenta, campeggia l'insegna dell'Agnese delle cocomere. Il nome è quello di un posto mitico, la baracca di quartiere per eccellenza. Anche loro sono in piazza da tempo immemore, ma a guardarli oggi sembrano più simili al locale standard riccionese che non al rifugio del biassanot d'antan.
Va bene così perché l'Agnese è costantemente murata di cinni, mentre il Balanzone resiste con gli aficionados. Gli studenti in ciabatte col libro di analisi si affidano alla bonomia del duttoùr dei gelati, quelli in Golf e golfino si siedono sotto i faretti alogeni della baracchina hi-tech.
Questo incredibile angolo di Bologna mette a confronto quel sapore di provincia ormai perduto, memoria di una qualità di vita stellare sotto le Due Torri, con l'obbligo della modernità.
Per conto mio se portassi un amico a fare un giro saprei per certo quale parte di piazza Trento e Trieste scegliere per prima. Poi però anche di là.

dp

martedì 22 febbraio 2011

Amici Miei, abbiate pazienza.

Apprendo non senza sgomento, che il prossimo 16 marzo esce nelle sale cinematografiche un philm chiamato così: "Amici miei - Come tutto ebbe inizio".
Andiamo con ordine e, possibilmente, con calma.


Il regista (manco a dirlo) Neri Parenti, sposta l'orologio narrativo del filmissimo di culto "Amici Miei" sulla Firenze medicea del '400. Sostituire Perozzi, Sassaroli, Mascetti, Necchi e Melandri con Duccio, Cecco, Jacopo, Manfredo e Filippo pare, a prima vista, operazione peregrina ma nasconde buon senso. Infatti un prequel o sequel interpretato da diversi attori negli stessi panni sarebbe stato, per chiunque avesse a cuore l'originale di Monicelli, vagamente immorale. Perciò sdegnato da molti. Non proprio l'ideale per uno spettacolo che deve fare soldi.


Invece utilizzare la stessa cifra goliardica con altre epoche e nomi, preservando lo spirito di Firenze, è già idea più accettabile. Spezza la continuità e si fa digerire meglio dal fan storico.
Qui però si innesta il problema:
mutatis mutandis, Monicelli diventa Neri Parenti; i mostri sacri Philippe Noiret, Adolfo Celi, Ugo Tognazzi, Duilio del Prete, Gastone Moschin di ieri sono i seguenti di oggi: Giorgio Panariello. Paolo Hendel. Massimo Ceccherini (la sua fortuna è essere toscano). Christian De Sica. Michele Placido. Massimo Ghini.


Lo sgomento si spiega da solo a questo punto.


pasda

Introducing:

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The Porta-Fish (Bring-o-fish)