sabato 2 giugno 2012

GenerAzioni.

Mangiare bene per me è un piacere. Al punto che distinguerlo dalla 'dipendenza', specie ora che la vita butta male, nemmeno conviene.
Ancora non è il caso di fare la fila alla Caritas, per cui posso discettare di quel che scelgo, e lamentarmi del brodo grasso.
Per l'appunto. Cibarsi alla emiliana dà soddisfazioni anche per chi di varianti mediterranee ne ha provate tante; ma menù alla mano, sono sicuro che sia ben poco salutare. La scoperta dell'acqua calda?
Se parole del genere apparissero sul mio caro Carlino, si intaserebbero in un baleno i telefoni della redazione.
Prendiamo il trionfale ordine di stamane (per tre) alla Sagra della Lasagna dell'Arci San Lazzaro: tagliatelle al ragù, lasagne, salsiccia e patate, crescentine.
Con sollievo dei mio metabolismo non mangio sempre così; ma rispetto ai dettami del mangiar sano, siamo un bel pezzo fuori strada.
Fibre? Zero, la fonte più ricca è la sfoglia verde. Proteine 'rosse', a bomba. Carboidrati a iosa. Vitamine dove, nel vino? Fortuna che c'è il resveratrolo! Siamo a posto.
Frutta? Verdura? Pesce? Dove stanno. E per finire caffè, tanto per stordire il cervello con la caffeina e complicare il rimbalzo glicemico.
Poi ci lamentiamo delle valige che portiamo sulla pancia.
A questo punto, spunta uno dei paradossi del benessere, cioè che per stare bene devi già stare bene e se vuoi mangiar meglio fuori casa devi svaligiare una banca.
Vorrei che esistessero distributori automatici di frutta e verdura porzionati, a prezzo decente, e non ci vergognassimo di camminare sgranocchiando. Lo hanno capito quelli di Zazie a Bologna: due boutiques del bio da passeggio che vibrano di salute. Sfortunatamente, con lauti ricarichi.
Sarebbe molto bello se queste che sembrano amenità finissero nell'agenda di un governo. Scommetto sei euro (al pezzo) che avrebbe più senso di molte altre 'priorità'.
Partire dai bambini finchè, sfracellandogli i coglioni per generazioni, mele e broccoli diventino la regola. Il sistema previdenziale ne soffrirebbe perché la gente morirebbe meno, ma da altre parti risparmieremmo.
Penso che se c'è una chance di farcela quaggiù in Europa, prima i 20enni devono fare la rivoluzione per sgretolare le baronie dei 50enni; poi bisogna lavorare sui neonati, idolatrarli alla scandinava. Un impegno generazionale totale. Come al solito ho divagato.
Nel frattempo, continuo a cullarmi nel mio dolore tirato a mano e con la sfoglia ruvida.

Daniele

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The Porta-Fish (Bring-o-fish)