È un po' troppo piatto; é brutalmente funzionalista; addio a molti vecchi automatismi da polpastrello, già parecchio spartani; tutto quel bianco è dispersivo; le icone sembrano disegnate nel sonno da un ragazzino cinese.
Lo shock mostrato dal web è più che comprensibile, osservando a mente fredda la settima iterazione del sistema operativo mobile targato Mela. Ottanta persone su cento di quelle che parlano, me compreso, non ci hanno ancora messo sopra le mani.
Ciò nonostante, siamo tutti d'accordo che si tratta della più potente innovazione dai tempi del primo iPhone. Non solo per la virata grafica e l'innesto delle nuove funzioni.
Per cominciare. Apple ha tanto l'aria di aver dato alle fiamme lo scheumorfismo con un impeto da ripudio del padre. Potrebbe ben essere, ed anzi non dubito, che la ragazza sia cresciuta abbastanza da non rimpiangere le intemerate di Steve, il suo genio, la sua visione. Che insomma, stia andando oltre con le sue gambe. Ma, c'è un ma. Per quel che vedo dagli screenshots, molte app appaiono sciatte, vacue, spoglie più che mimimaliste. Scott Forstall sarà anche stato un pezzo di stronzo nucleare ai ferri corti con Tim Cook (pagando con il licenziamento); ma fare tabula rasa così, mi pare poco elegante. Mica per Apple: dico per noi.
iOS 7 mi pare tutto fuorché elegante. Sembra un tema da jailbreak, e manco dei migliori.
Davvero mi auguro che la release finale abbia tutt'altra dignità, si può fare senza rivoltare l'aspetto di quel che s'è visto fin qui (vedi: http://thenextweb.com/apple/2013/06/12/why-does-the-design-of-ios-7-look-so-different/).
Ho finito di fare la punta agli spilli perché, in definitiva, questa cosa nuova mi piace. Andava fatta in qualche modo. Non è perfetta ma è viva. Potremmo comunque trovarci a novembre con il 40% del sistema diverso da ora.
Con un minimo di proiezione al futuro, mal che vada torniamo nella riserva indiana come negli anni '90 quando i Mac erano oggetti misteriosi. A me piaceva anche quello.