mercoledì 1 giugno 2011

Per fortuna non mi ricordo niente.

Un luogo della città mi ha indotto una riflessione. Riguarda una Bologna che i trentenni di oggi non possono ricordare, ma soltanto immaginare nei racconti da chi è orgoglioso di averla vissuta. Fioriva mentre a loro sbocciavano solo i denti da latte.
La stagione delle baracchine è partita da un pezzo. A maggio l'atmosfera è già stabilmente rassicurante, e la sera non c'è angolo di verde, parcheggio, area depressa che non sfoggi la sua bella 'baracca' dei gelati (sulla mania felsinea dei gelati mi propongo di tornare in futuro).
In Piazza Trento e Trieste, due baracchine si traguardano da una parte all'altra del giardino come avanguardie in una trincea. Da un lato il soldato più attempato è Balanzone, solida gestione familiare avanti con gli anni. Alle pareti i cartelloni scritti con tenera grafia da nonno annunciano genuinità: «Gelati con frutta fresca», «Granita di limoni spremuti, questa è buona» e ancora, «Sganapino e Balanzone in foto»; mentre al bancone una coppia gentile-che non si fa problemi di servire cucchiaini diversi tra loro-tiene lucide le boiserie col passare delle epoche e ti avverte di «mangiare adagio perché è freddissima».
Invece dall'altro lato della siepe, a ridosso della fontana stellata invariabilmente spenta, campeggia l'insegna dell'Agnese delle cocomere. Il nome è quello di un posto mitico, la baracca di quartiere per eccellenza. Anche loro sono in piazza da tempo immemore, ma a guardarli oggi sembrano più simili al locale standard riccionese che non al rifugio del biassanot d'antan.
Va bene così perché l'Agnese è costantemente murata di cinni, mentre il Balanzone resiste con gli aficionados. Gli studenti in ciabatte col libro di analisi si affidano alla bonomia del duttoùr dei gelati, quelli in Golf e golfino si siedono sotto i faretti alogeni della baracchina hi-tech.
Questo incredibile angolo di Bologna mette a confronto quel sapore di provincia ormai perduto, memoria di una qualità di vita stellare sotto le Due Torri, con l'obbligo della modernità.
Per conto mio se portassi un amico a fare un giro saprei per certo quale parte di piazza Trento e Trieste scegliere per prima. Poi però anche di là.

dp

1 commento:

Sissi ha detto...

che dire abito in piazza Trento Trieste al 2 ho 42 anni, L'Agnese si è modernizzata e oltre ai clienti piu' giovani che frequentano ora il locale ha mantenuto molti dei vecchi clienti abitue', qualità dei prodotti ottimi, servizio cortese, locale sempre pieno, mentre l'altra baracca lascia molto a desiderare come igiene è stata fatta chiudere dai Nas varie volte anche pochi anni fa per scarsa igiene ed è un ritrovo di spacciatori e gente poco raccomandabile, oppure di vecchi sopra i 65

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